le opere esposte sono il frutto del lavoro dell'artista Liu Jiu Tong.
Egli è nato nel 1977 nella città di Suide nello Shaanxi una regione nel cuore della Cina, a nord, in un territorio lontano e isolato dalle zone urbanizzate della pianura. In questi luoghi la natura è preponderante e i paesaggi sono molto suggestivi.
Per studiare arte Liu Jiu-Tong si trasferisce a Pechino. Anche se Liu Jiu-Tong utilizza il colore ad olio e la tela, materiali sconosciuti nell'antichità, essendo utilizzata la china su seta o carta, il suo stile è accurato, delicato, e richiama molto la pittura della Cina di un'epoca che corrisponde al nostro alto medioevo, dal 620 dopo cristo in poi. Quel tipo di pittura non intendeva rappresentare fedelmente il paesaggio quanto più infondere nell'osservatore il sentimento di armonia ed equilibrio che è proprio del mondo vivente.
Si tratta della pittura Shan Shui o pittura delle "acque di montagna". Un genere grafico che proviene dalla calligrafia ma che si sviluppa e diviene una modalità di rappresentazione e d'idealizzazione della realtà.
Lo Shan Shui è suggestivo ed infonde un senso di appagamento e sicurezza, d'immota stabilità e solidità, volendo esso rappresentare la magnificenza degli immortali che, secondo il credo taoista, abitano le montagne, luoghi sacri. Tra i valori taoisti c'è anche quello del riconoscimento della piccolezza dell'umanità rispetto alla vastità del cosmo ed è forse qui che si riallaccia la pittura di Liu Jiu-Tong.
La pittura cinese dei tempi antichi già dal 600 d.c. Aveva introdotto la rappresentazione prospettica e l'opera di Zhǎn Zǐqián riproduce delle montagne in prospettiva. Le stesse opere Shan Shui riportano visioni prospettiche ed assonometriche dei paesaggi, Liu Jiu-Tong astrae dal realismo antico e distilla il senso Shan Shui mantenendo il più profondo significato di questo genere. Abbandona la solennità e l'ordine della natura per mantenerne la sua scala di comparazione con l'umano e trasmettere il senso di immensità del mondo.
Queste tele infatti, secondo chi scrive, hanno lo scopo di dare allo spettatore il senso di questa sconfinata immensità che ci circonda dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande. Le strutture che vengono rappresentante possono essere elaborazioni di materia organizzata nel mondo microscopico o macroscopiche strutture cosmiche che sovrastano comunque sia la nostra possibilità di comprensione che la nostra possibilità di orientamento.
Nell'insieme il piccolo, insignificante essere umano ha il solo ruolo di testimoniare e di proteggere tale sconvolgente e sacro mistero.